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L’ALLENAMENTO FUNZIONALE IN ACQUA - I° PARTE
21/08/2017

di Andrea Gilardoni

L’ALLENAMENTO FUNZIONALE IN ACQUA - I° PARTE

GLI INGREDIENTI BASE PER FARE DI QUESTO NUOVO MODO DI INTERPRETARE L’ALLENAMENTO UN MODELLO DURATURO E BEN VALORIZZATO DAL CONTESTO ACQUATICO, DOVE PREVALGONO ANCORA DI PIÙ PREPARAZIONE E ALTA PROFESSIONALITÀ DEL TRAINER

In questi ultimi mesi chiunque parla di allenamento funzionale. Qualsiasi format allenante dotato di caratteristiche funzionali è gettonato, frequentato ed acclamato. Nei centri fitness tutti hanno provato almeno una volta un allenamento funzionale come crossfit, TRX, boot camp o simili.

Seguendo questa corrente così importante e travolgente ho cercato di capire le principali caratteristiche, i punti di forza, per valutarne l’introduzione come branca di VAS, Vertical Aquatic Styles, e fitness acquatico. Studiando la materia mi sono profondamente innamorato ed è per questo che ho il desiderio di condividere con colleghi ed appassionati alcune riflessioni.

Soprire come interpretare l’allenamento funzionale in piscina, non perdere il Workshop
INTERVAL TRAINING E ALLENAMENTO FUNZIONALE
 il 31 agosto ad AQUAFITNESS DAYS, presso HIDRON di Campi Bisenzio (FI)

Il trainer seleziona i movimenti considerando la forma, le caratteristiche del lavoro e li propone con l'intento di migliorare le condizioni muscolari, articolari, fisiologiche dei propri allievi. Una sessione allenante è come un contenitore composto da numerose scatole piene di impulsi diversi sotto forma di esercizi.

La natura degli stimoli differenzia l’allenamento funzionale da quello tradizionale. Se il trainer decide di seguire il concept di allenamento funzionale, deve seguire il percorso riassunto e incasellato nella colonna di destra dello schema seguente e il relativo contenuto; al contrario la sezione di sinistra.

La tabella confronta in modo sintetico il metodo tradizionale o con quello funzionale. Il trainer funzionale deve considerare l'esercizio come un dialogo interiore tra le diverse parti del corpo condotte e gestite dal core. L’allenatore deve pensare a un contesto cinetico con un incredibile varietà di schemi motori. Nella 2a parte, il focus sull'approccio acquatico.