Il quadriennio è l’arco temporale olimpico. Così, dopo l’intervista del Presidente Giovanni Malagò che nobilitò queste pagine nel 2014, a seguito dei tanti successi inanellati dal CONI e dal suo leader e alla luce degli ultimi accadimenti non solo sportivi, ma anche normativi e istituzionali, abbiamo ritenuto importante capire dalla viva voce del Presidente di tutti noi quali prospettive intravede per lo sport italiano e le sue idee per affrontare i problemi di un settore fondamentale per il Paese. Ovviamente non solo in chiave agonistica, ma anche con riferimenti all’impiantistica sportiva, agli aspetti normativi in forte evoluzione, alle convergenze fra istituzioni politiche e federali; senza perdere di vista la popolarità crescente di Giovanni Malagò che si sta distinguendo dai suoi predecessori per un dialogo diretto, una visibilità mediatica equilibrata e apprezzata, per la sua disponibilità all’ascolto contemperata ad una capacità d’azione e decisionale non facili quando ci si muove al vertice dell’istituzione sportiva per antonomasia. Molto ha fatto e sta facendo il grande Presidente, ma altro avrà da fare prima dell’appuntamento di Tokyo, cui il CONI, giocoforza, finalizza tutte le proprie attenzioni ed obiettivi.
Presidente, le medaglie olimpiche contano, ma per chi è al vertice del CONI ha rilevanza anche lo stato di salute del sistema sport nazionale, volto ad allevare le nuove generazioni di campioni alimentando al contempo la cultura e l’educazione sportiva di una nazione. Un suo sintetico bilancio indicando i punti per lei fondamentali del suo percorso dopo 5 anni al vertice.
«Il consuntivo è certamente positivo, a dirlo sono i risultati. Ai Giochi Olimpici -grazie all’impegno delle Federazioni e alle eccellenze che molti ci invidiano- siamo sempre nell’èlite e non è un dettaglio, considerando la crescita esponenziale della concorrenza. Negli ultimi 5 anni sono stati raggiunti obiettivi importanti: penso alla riforma della giustizia sportiva, alla credibilità raggiunta a livello antidoping -in virtù della terzietà attribuita alla nuova struttura Nado Italia-, e alle attività realizzate in ogni ambito in linea con il programma, fino agli interventi pianificati grazie alle risorse stanziate dal Governo attraverso il fondo “Sport e Periferie”. Il nostro mondo contempla oltre 380 discipline e circa 146 mila società, promuovendo e destinando risorse per esaltare lo sport nella sua dimensione universale. Senza dimenticare la crescita dei numeri legati alla pratica sportiva e certificati dall’ISTAT: la percentuale di praticanti sportivi è cresciuta di un punto e mezzo nell’ultimo anno e di 4,2 punti tra il 2013 e il 2016, crescendo in media di circa 1,4 punti percentuali all’anno. E’ la medaglia più significativa».